14/08/2012 GRILLO PARLANTE DI ARMANDO GINESI - ILVA E WIND JET: CHE SUCCEDE?

E’ la domanda che si pone un normale cittadino. Ilva di Taranto è l’unico impianto di fabbricazione dell’acciaio che abbiamo in Italia e il più grande d’Europa. Va da sé che la tutela della salute dei cittadini è un dovere dell’intera comunità ed un diritto sacro che viene loro riconosciuto. Altrettanto certo è che sacro è anche il diritto al lavoro, garantito, peraltro, dalla stessa Costituzione. Stante queste premesse che cosa succede a Taranto?

La fabbricazione dell’acciaio (che l’ILVA, già Italsider) assicura da cinquant’anni, attenta alla salute dei cittadini? Allora la chiudiamo, così garantiamo la sacralità della salute. Ma, contemporaneamente, mettiamo sul lastrico circa ventimila famiglie, l’indotto compreso, e creiamo un grosso danno all’economia nazionale e, in parte, anche europea. E così non garantiamo la sacralità del diritto al lavoro.
Il Tribunale del Riesame aveva pensato di trovare una soluzione: l’azienda intervenga, sul piano tecnico, per eliminare le cause che attentato alla salute dei cittadini, così ne salviamo la sacralità e manteniamo anche integra la sacralità del diritto al lavoro. Ma un altro giudice, prima ancora di leggere le motivazioni della sentenza del Tribunale del Riesame, decide: gli altiforni dell’ILVA si devono spegnere. Forse pensando che sono come il fornello del gas che lo spegni e lo riaccendi quando vuoi. In questo caso non è così: se l’ILVA spegne gli altiforni (peraltro operazione lunga e complessa) non li riaccende più. E allora? Da comune cittadino io mi chiedo: se è vero quello che ho letto da fonti responsabilissime e cioè che le conseguenze inquinanti dell’ambiente di oggi sono pari a quelle di trenta anni fa, mi chiedo, ripeto, in questi trenta anni, che accidenti hanno fatto le varie autorità preposte (magistratura, ministeri competenti, autorità sanitarie, regione, provincia, comune, classe politica in generale, sindacati compresi, e, infine, quel diabolico apparato intricatissimo di regole e controregole che si chiama burocrazia e che in Italia esiste solo per dire no, mai per risolvere, per incrementare il numero delle carte da compilare, per far dannare l’anima ai contribuenti)? Parlo di tutte, nessuna esclusa. Perché, solo dopo trent’anni, un giudice di Taranto (GIP) si accorge che la situazione dell’ILVA nuoce alla salute dei cittadini e ne chiede, di fatto, lo smantellamento? Quello stesso giudice (o i colleghi che erano al posto suo) in trent’anni hanno dormito? Adesso comincerà la solita lotta per bande? Magistrato contro magistrato? Partito contro partito? Sindacato contro governo? Governo contro apparati burocratici? E giù con perizie e controperizie (costose) e tempi lunghi, ricorsi, controricorsi, class action e TAR e solo Dio sa quali altre cose ancora. Intanto le cose continueranno a restare come sono. Oppure ventimila famiglie perderanno il lavoro, l’Italia perderà la possibilità di fabbricare acciaio, l’Europa di comperarlo mentre la Cina, l’India e qualche altro paese ad economia emergente (sono emergenti anche perché costoro se ne fregano delle sacralità del lavoro, della salute, dei diritti civili e di quant’altro) sono lì pronti a subentrare e a fare l’affare. Che è colossale. Capito? Io non voglio arruolarmi nell’esercito della dietrologia, ma insomma, come diceva Andreotti? “A pensar male si fa peccato ma ci si acchiappa quasi sempre!”

E della Wind Jet, di questa compagnia aerea siciliana che sta mettendo in ginocchio il turismo italiano (di questi tempi! ferragostani e crisaioli!) che diciamo? Anche in questo caso se ne sono accorti adesso (Alitalia, ENAC, Aziende aeroportuali che ospitavano i loro voli, agenzie che ne vendevano i biglietti) che la compagnia non era affidabile più di tanto, che i servizi erano ridotti all’osso, che la cattiva gestione era la regola? Gli apparti di controllo – tutti, nessuno escluso – dove stavano? Non c’erano o, se c’erano, dormivano? E già perché in Italia uno dei malanni sociali più dannosi e inguaribili è proprio questo: nessuno è mai responsabile di qualche cosa. Sono sempre gli altri “a dover fare” , “a dover gestire”, “a dover verificare”. Sono tutti irresponsabili, in termini giuridici: e non solo giuridici, per la verità. Tutti irresponsabili in un Paese che è decisamente ingovernabile.

Allora, che facciamo?

[top]